
Sfoglio le pagine di un vecchio diario, alleno la mia mente a documentare la mia infanzia e costringo i miei ricordi, le mie emozioni ad uscire fuori. Cerco di rispolverare quelle emozioni ingabbiate dalla troppa solitudine momentanea e mi avvio verso sentieri tortuosi tracciati da lacrime amare e grasse risate, contornate da giornate troppo brevi ma intense da dimenticare.
Il mio rapporto con l'amicizia è sempre stato morboso, da lasciarmi sempre dentro un senso di incompletezza e sofferenza causatami dalla troppa severità che infliggo a me stesso. Non posso però dimenticare tutti quei sani rapporti d'amicizia che il tempo ha reso emozioni semplici ed intense. Emozioni da ricordare con malinconia nelle giornate grigie e solitarie di un sabato pomeriggio trascorso nella propria camera da letto, in compagnia solo di un caffè e l'ennesima replica televisiva.
Non me la sento di tralasciare tutto ciò che di bello mi ha regalato l'amicizia e cadrei così nella più assurda contraddizione ritenendomi solo. Solo non lo sono stato mai! Cresciuto in una numerosa famiglia di un piccolo paesino di provincia, sono il primo figlio di una lunga serie. I silenzi e le attese in compagnia di una badante , aspettando che i propri genitori ritornino da lavoro per me sono sempre state solo utopistiche sensazioni. Con il tempo e il passare degli anni ci si accorge che anche le liti più animate con i propri fratelli sono servite (e servono tutt'ora) a riempire quei vuoti incolmabili in quelle strane giornate.
In fondo alle mie chiamate c'è sempre stato qualcuno che ha risposto, alle mie lacrime c'è sempre stato qualcuno che ha reagito e ai miei sbagli c'è sempre stata una reazione da parte di chi un pò di bene lo provava nei miei confronti!